
L’attuale conflitto in Ucraina pone davanti all’Unione europea la sfida di assumersi una maggiore responsabilità per rafforzare la sua dimensione di sicurezza, difesa e quindi di unità politica. L’obiettivo dovrebbe essere una complementarità molto stretta con l’Alleanza atlantica “al punto di arrivar a dire che oggi occorre una Nato europea o molto più europea”. Lo ha detto in una intervista ad “Agenzia Nova” il presidente del Comitato Atlantico Italiano, Fabrizio Luciolli, a margine della tavola rotonda “L’Alleanza Atlantica, la Crisi ucraina e la Sicurezza euro-mediterranea” organizzata dalla Fondazione Farefuturo in partenariato con l’International Republican Institute-Iri e il Comitato Atlantico Italiano presso il Senato.
Nella sua disanima Luciolli ha ricordato che il problema della divisione del “fardello” ovvero del cosiddetto “burden sharing, tra le due sponde dell’Atlantico, o ancora il problema dell’assunzione della responsabilità, è qualcosa che era sorto già nel 1949 nel dibattito al Senato americano quando si costituì la Nato”. “Oggi – prosegue Luciolli – di fronte a quello che sta avvenendo in un teatro europeo con l’invasione ucraina, appare essenziale una assunzione di maggiori responsabilità da parte dell’Europa e più che guardare ad una autonomia strategica completamente avulsa o scissa dalla Nato, è necessario avere un vero e proprio rafforzamento di una Unione che sia in grado di sviluppare questa famosa dimensione di sicurezza, difesa ma io direi anche politica, perché non si può avere una dimensione di sicurezza e difesa se non si consegue anche unità politica”. Per questo, sottolinea il presidente del Comitato Atlantico Italiano, “appare sempre più importante” ragionare “in termini di una complementarità molto stretta al punto di arrivare a dire che occorre oggi una Nato europea o molto più europea”.
Rispetto ai rischi connessi alla messa in discussione del principio di deterrenza, introdotto nella Guerra fredda, Luciolli spiega che il concetto deve essere oggetto di una “riflessione molto attenta” da parte degli Alleati da qui alle settimane che ci dividono dal summit Nato di Madrid del 29-30 giugno. “Questo riguarda anche il principio deterrenza nucleare che è qualche cosa di molto delicato alla luce anche dello scenario odierno, ma noi attualmente dobbiamo riflettere sul fatto che ci troviamo intrappolati dall’aggressività del presidente russo Vladimir Putin nel non agire per non rischiare una spiralizzazione del conflitto”, continua Luciolli secondo cui sarebbe necessario ispirarsi più ad un “concetto di prevenzione delle crisi” fornendo l’esempio dell’approccio statunitense successivo agli attentati avvenuti l’11 settembre del 2011. “Occorre guardare ad una maniera diciamo un po’ più americana, cosiddetta ‘pre-emptive’, un concetto utilizzato ad esempio nella lotta al terrorismo internazionale, all’indomani dell’11 settembre che ha permesso determinate azioni volte a prevenire quello che era successo con l’attacco alle Torri Gemelle”, conclude il presidente del Comitato Atlantico Italiano.