Ucraina e i conflitti moderni

di Giorgio BATTISTI, Presidente della Commissione Militare.

Introduzione
I conflitti moderni sono caratterizzati da una paradossale combinazione di elementi tipici del XX secolo associati alla tecnologia avanzata del XXI secolo che ha rivoluzionato il campo di battaglia. Tale situazione presenta nuove sfide per i combattenti, che devono affrontare un ambiente multi-dominio estremamente pericoloso a causa della letalità delle armi moderne, come droni e missili tattici. In risposta, si sta assistendo a un ritorno a soluzioni di protezione individuali utilizzate durante i conflitti del secolo scorso, come trincee e fortificazioni campali.

La rivalutazione della componente pesante delle Forze Armate, comprensiva di carri armati, artiglieria e mezzi del genio apripista e gittaponte, è diventata necessaria dopo un periodo di sottovalutazione durato oltre vent’anni, caratterizzato dalle missioni di peacekeeping (PKO) e contro-insurrezione (COIN). La fine della Guerra Fredda ha portato all’illusione di un mondo privo di conflitti convenzionali su larga scala, causando una riduzione generalizzata delle forze corazzate e delle scorte di munizioni, nonché delle capacità terrestri in generale.

Ruolo del soldato
Al centro delle operazioni militari moderne si trova il soldato, che deve essere dotato di un equipaggiamento tecnologicamente avanzato, come armi, radio, sistemi remotizzati, sistemi sanitari ed esoscheletri, al fine di garantire un livello fondamentale di sicurezza diretta e indiretta e una maggiore versatilità d’impiego.

Il ritorno della massa di soldati
Un aspetto rilevante è il ritorno alla necessità di avere una massa di soldati adeguatamente addestrati ed equipaggiati. Ciò richiede un sistema di arruolamento ben strutturato e la disponibilità di aree addestrative e poligoni adatti per preparare efficacemente le truppe.

l’integrazione tra Forze Armate
Altro aspetto cruciale è l’aumento dell’integrazione tra le Forze Armate della NATO e i Paesi partner. La prontezza delle forze NATO, con un sistema di approntamento rapido e un dispositivo logistico intermodale per i trasferimenti, diventa sempre più importante per affrontare le sfide attuali.

La minaccia dei missili ipersonici
L’acquisizione di missili ipersonici da parte di diverse nazioni ha evidenziato la necessità di sviluppare capacità di difesa contro tali minacce. Tale esigenza era emersa già durante la guerra del Nagorno Karabakh del 2020.

L’importanza dei riservisti operativi
La pronta disponibilità di riservisti operativi, ovvero personale addestrato e disponibile per essere richiamato ed impiegato, è essenziale per affrontare le emergenze. È importante distinguere i riservisti operativi dagli appartenenti alle Associazioni Combattentistiche e d’Arma. In Italia potrebbe essere opportuno studiare la costituzione di un Corpo di Riservisti, come hanno già fatto altre Forze Armate.

(The Military Balance 2023)

La sfida delle scorte e dell’approvvigionamento
Un altro aspetto critico è il livello di scorte non adeguato a sostenere uno sforzo intenso e prolungato. L’attuale impegno della comunità euro-atlantica volto all’incremento della produzione di munizioni ha evidenziato il sottodimensionamento della capacità produttiva tarata per sostenere la domanda tipica del tempo di pace e la presenza di numerose vulnerabilità nella catena di approvvigionamento.

Il controllo del flusso di equipaggiamenti e armi
È fondamentale controllare attentamente il flusso di equipaggiamenti e armi ai Paesi partner per evitare che possano finire nelle mani di organizzazioni criminali e terroristi.

Gli effetti del PTSD nei combattenti
È importante prendere in considerazione gli effetti psicologici dei conflitti convenzionali su larga scala sui combattenti. Conflitti come quello ucraino possono provocare un diffuso stress post-traumatico (PTSD) tra il personale militare coinvolto, e quindi è essenziale prevedere il supporto adeguato a coloro che affrontano tali situazioni.