Il ruolo della NATO per la sicurezza e la cooperazione nel Mediterraneo

Sono molto lieto di darvi il benvenuto a Palermo ed aprire i lavori del tradizionale Atlantic Forum organizzato dal Comitato Atlantico Italiano che ho l’onore di presiedere. Si tratta della seconda edizione dell’Atlantic Forum, dopo quella del 2007, ad avere luogo nella mia città, e non vi nascondo come tale circostanza abbia per me un significato particolare. Ma la scelta di trovarci nuovamente a Palermo va messa soprattutto in relazione agli avvenimenti che stanno caratterizzando la sponda sud del Mediterraneo e che toccano direttamente l’Italia e l’Alleanza Atlantica.

Il “mare fra le terre” di Fernand Braudel è cambiato. La globalizzazione e la diffusione di internet hanno ormai annullato la distanza geografica tra l’Europa e le coste del Nord Africa e del Medio Oriente. E ciò è tanto più evidente a Palermo ed in Sicilia, il baricentro della regione mediterranea. Pertanto, non possiamo considerarci spettatori disinteressati di fronte alla portata storica dei mutamenti in corso ed allo scoppio di conflittualità che si sono rapidamente estese sino a raggiungere il Golfo.

La consapevolezza che gli eventi in atto possano dirigersi verso esiti inauspicati, e non verso nuove opportunità di crescita ed integrazione, ha così spinto il Comitato Atlantico Italiano a riunire in questa sede autorevoli esponenti del mondo politico, diplomatico, accademico e militare, unitamente alle nuove generazioni dei centri di studio e ricerca e dei media, al fine di promuovere attraverso il dibattito e la riflessione un futuro di Sicurezza e Cooperazione nel Mediterraneo.

In particolare, i lavori del Forum intendono:

– delineare i possibili sviluppi nello scenario di sicurezza sulla scia dei recenti avvenimenti e delle loro ripercussioni sugli equilibri regionali;

– esaminare le diverse sfaccettature del moderno concetto di sicurezza, di ‘sicurezza umana’, un concetto che oggi pone al centro non più lo Stato bensì l’individuo;

– rilanciare le ragioni del dialogo e della cooperazione tra le due rive del Mediterraneo per la stabilità e la sicurezza dell’area.

In questo quadro, la NATO appare assumere una rilevanza sempre maggiore. Sono passati quasi dieci anni dagli attacchi terroristici dell’11 settembre 2001 e lo spostamento dell’orizzonte strategico che ne è conseguito ha visto l’Alleanza intensificare il proprio impegno nel Mediterraneo e nel Medio Oriente allargato: dalla missione di stabilizzazione e ricostruzione in Afghanistan, al pattugliamento delle acque del Mediterraneo e del Corno d’Africa; dall’addestramento delle forze di sicurezza e di polizia irachene, alla ‘responsabilità di proteggere’ la popolazione civile nel caso dell’Operazione in Libia.

Inoltre, la NATO continua ad offrire il suo contributo al mantenimento della sicurezza dell’area avvalendosi di uno strumento di dialogo e cooperazione dalle straordinarie potenzialità, come quello dei Partenariati. All’interno del Dialogo Mediterraneo e dell’Iniziativa di Cooperazione di Istanbul, la NATO conduce numerosi programmi ed attività con i Paesi partner, alcuni dei quali hanno partecipato e partecipano alle operazioni di gestione delle crisi guidate dall’Alleanza.

L’avanzamento dei Partenariati è reso oggi indispensabile dall’esistenza di sfide e minacce che mettono a repentaglio la comune sicurezza mediterranea ed euro-atlantica. Di fronte al radicalismo politico-religioso ed alle sue manifestazioni terroristiche, nonché alle ambizioni diffuse nel campo della proliferazione nucleare e di missili balistici, è quanto mai necessaria l’elaborazione di risposte sinergiche e coordinate tra l’Alleanza ed i suoi partner regionali, inclusa la Lega Araba, secondo quel principio di ‘sicurezza cooperativa’ sancito dal nuovo Concetto Strategico adottato lo scorso novembre a Lisbona dalla NATO.

In tale prospettiva, il ruolo dell’Italia appare oggi ancor più determinante. Il nostro Paese svolge da sempre una funzione di primo piano nella dimensione mediterranea e mediorientale dell’Alleanza. La sua capacità di favorire l’incontro tra storie, culture e tradizioni diverse, alla ricerca di un terreno comune su cui edificare politiche e strategie condivise, è testimoniata dal Forum che ha inizio quest’oggi, dove rappresentanti delle due rive del Mediterraneo sono stati invitati ad affrontare insieme, con la diversità di percezione che talora caratterizza le rispettive posizioni, questioni di sicurezza cruciali per il futuro delle giovani generazioni.

Ed è guardando con attenzione alle prospettive  politiche, socio-economiche e culturali della regione mediterranea che il Comitato Atlantico Italiano ha voluto che ad animare il dibattito ed a trarre le conclusioni del Forum fosse la numerosa componente giovanile qui presente, che comprende studenti, ricercatori ed esperti, rappresentativi di tutte le nazioni del Mediterraneo.

Con l’auspicio che questo Atlantic Forum segni un passo in avanti concreto verso un futuro di Sicurezza e Cooperazione nel Mediterraneo, vi rinnovo il mio benvenuto a Palermo e vi auguro un buon proseguimento dei lavori.