Una minaccia seria o un bluff di Putin? Cosa c’è dietro le parole del presidente russo? Secondo il generale di Corpo d’Armata Giorgio Battisti la minaccia dell’uso delle armi nucleari «è l’ennesimo bluff di Putin oppure l’obiettivo potrebbe essere diverso» dal territorio conteso, ha affermato all’Adnkronos Battisti, già primo comandante del contingente italiano della missione Isaf in Afghanistan e membro del Comitato Atlantico Italiano, di fronte alla «spiralizzazione verso la potenziale minaccia nucleare, che indubbiamente ci sta tenendo sul fiato sospeso».
«Nelle potenze – Usa, Russia, Francia o Gran Bretagna – l’ordine di un eventuale – e speriamo mai – utilizzo dell’arma nucleare viene suddiviso tra almeno due persone – osserva il generale Battisti – Per la Russia, dalle varie informazioni, la ‘chiave’ è in mano a Putin, al ministro della Difesa e al Capo di Stato Maggiore della Difesa: tutti e tre dovrebbero concordare nell’uso; trattandosi di un’arma terribile, non la si lascia in mano a una sola persona, ma è anche vero che in un regime non totalmente democratico è più facile condizionare le decisioni dei propri collaboratori». C’è poi un dibattito aperto sul tema delle ‘armi nucleari tattiche‘. «È un termine – spiega il generale Battisti – prettamente occidentale, introdotto nei primi anni ’50 con la guerra di Corea. In Russia non esiste questa distinzione, si parla di armi nucleari a limitata potenzialità (nonstrategic nuclear weapons. La potenzialità di queste armi potrebbe dunque andare dallo 0,1 chilotone a qualche maggiore intensità. Un chilotone è pari a mille tonnellate di tritolo, per capire basti pensare che le bombe di Nagasaki e Hiroshima erano di 15-20 chilotoni».
L’articolo originale è apparso su Il Messaggero.