La NATO ha svolto il suo ultimo Summit a Chicago, dal 20 al 21 maggio. In quell’occasione, i Capi di Stato e di Governo dell’Alleanza Atlantica hanno posto la loro attenzione su tre temi principali: l’Afghanistan, le capacità ed i partenariati.
Per quanto riguarda l’Afghanistan, tutti i 28 Paesi membri dell’Alleanza hanno rinnovato il loro impegno nell’ambito della missione di stabilizzazione e ricostruzione ISAF, confermando l’obiettivo comune di un Afghanistan stabile, capace di garantire autonomamente la propria sicurezza e che non tornerà più ad essere una base operativa per il terrorismo internazionale che minaccia la sicurezza euro-atlantica.
Già al Summit di Lisbona del 19-20 novembre 2010, la NATO aveva lanciato la “strategia di transizione” delle responsabilità nel settore della sicurezza dalla coalizione multinazionale alle forze afghane, da completarsi entro il 2014. Oggi, i 3/4 della popolazione afgana vivono già in aree dove le forze locali sono incaricate di mantenere la sicurezza. A Chicago, i leader della NATO hanno unanimemente ribadito l’intenzione di rispettare la tempistica prestabilita, dando ulteriore impulso al processo di transizione in corso.
Allo stesso tempo, i leader della NATO hanno nuovamente sottolineato l’intenzione dell’Alleanza di continuare a sostenere l’Afghanistan anche dopo la fine della missione di combattimento nel 2014. A partire dal 2015, infatti, la NATO, unitamente ai partner internazionali, sarà presente in Afghanistan con compiti di addestramento ed assistenza delle forze di sicurezza locali al fine di impedire ai Talebani di minacciare la costruzione di un futuro di pace e stabilità.
Mentre il vertice di Lisbona del 2010 si è concentrato sull’adozione di un nuovo Concetto Strategico quello di Chicago ha dedicato un’attenzione particolare allo sviluppo delle capacità necessarie per la sua attuazione. A Chicago i Capi di Stato e di Governo della NATO hanno concordato sulla necessità di avviare un nuovo approccio nello sviluppo delle capacità che, secondo principi di prioritarizzazione, specializzazione e multinazionalizzazione, per mettano lo sviluppo di una cosiddetta “Smart Defense” (Difesa Intelligente). Le nazioni dell’Alleanza intensificheranno la cooperazione ed il lavoro congiunto per conseguire capacità militari che altrimenti sarebbe troppo costoso raggiungere in maniera autonoma. Per dare concretezza alla “Smart Defense”, al Summit è stato approvato un pacchetto di oltre 20 progetti multinazionali, che consentiranno agli Alleati di condividere non solo il peso della sicurezza, ma anche i benefici della cooperazione.
A Chicago, inoltre, i leader della NATO hanno riaffermato la necessità di continuare a rafforzare le capacità di difesa della NATO da nuove minacce, come gli attacchi cibernetici, ed hanno anche annunciato l’avvenuto conseguimento di una capacità iniziale relativa al sistema di difesa missilistica, il cui sviluppo era stata approvato a Lisbona. Si tratta di un importante passo in avanti nella protezione del territorio, delle popolazioni e delle forze della NATO in Europa, contro la crescente minaccia della proliferazione di missili balistici. In tale ambito, il sistema di difesa missilistica costituisce un esempio significativo di “Smart Defense”.
Il terzo tema che ha caratterizzato l’agenda del vertice di Chicago è stato quello dei partenariati, a conferma della loro crescente rilevanza per la strategia e l’azione della NATO. Al Summit, infatti, ha partecipato un numero di nazioni partner senza precedenti, provenienti da Europa, Medio Oriente e dalla regione dell’Asia-Pacifico. Come evidenziato dal nuovo Concetto Strategico adottato a Lisbona nel novembre 2010, la “sicurezza cooperativa” e “l’impegno attivo” sono al centro delle relazioni dell’Alleanza con i suoi vari partner nel mondo. Al fine di rafforzare tali relazioni, nell’aprile 2011 è stata approvata una nuova strategia di partenariato che punta a rendere più efficace il dialogo e la cooperazione pratica tra la NATO ed i paesi partner, soprattutto nella gestione delle crisi.
In tale ambito, l’intervento in Libia ha costituito un momento significativo per l’Alleanza, che per la prima volta ha agito di concerto con paesi membri della Lega Araba e del Consiglio di Cooperazione del Golfo che sono anche partner della NATO nel Dialogo Mediterraneo e nell’Iniziativa di Cooperazione di Istanbul. Alle relazioni di partenariato con tali paesi, specie nel campo della riforma del settore della sicurezza e delle relazioni civili-militari, la NATO ha inteso riservare una particolare attenzione, alla luce della crescente rilevanza strategica della regione mediterranea e del Grande Medio Oriente.
Tuttavia, il rafforzamento di queste relazioni di partenariato è stata gravata dai drammatici eventi che attraversano da oltre due anni il mondo arabo-musulmano e rendono quanto mai incerto lo sviluppo dei partenariati della NATO con alcuni dei paesi della regione. Nella Dichiarazione del Summit di Chicago, i Capi di Stato e di Governo dell’Alleanza hanno così voluto esprimere la propria vicinanza ai popoli del Mediterraneo e del Grande Medio Oriente, lanciando un forte segnale di sostegno alle loro aspirazioni alla democrazia, alle libertà individuali ed allo stato di diritto.