Il Montenegro nell’Alleanza è un “grande passo” per l’intera regione

Montenegro_NATOVarsavia, 08 lug 17:55 – (Agenzia Nova) – L’adesione del Montenegro alla Nato “è un grande passo per i Balcani e per l’intera regione”. Lo dichiara oggi ad “Agenzia Nova” il presidente del Consiglio Atlantico del Montenegro, Savo Kentera. “E’ mia opinione – spiega Kentera – che non potremo parlare della sicurezza della regione, finché tutti i paesi nella regione, inclusa la Serbia che attualmente si professa neutrale, non divengono membri della Nato”. Si tratta “solo una questione di tempo, di anni. Credo davvero – osserva inoltre Kentera – che sia l’unico modo per i Balcani di preservare stabilità nell’intera regione e per prevenire le guerre che ci sono state in passato. Se osservi la nostra storia, vedrai che quella dei Balcani è un’area decisamente turbolenta, e che l’unica garanzia per evitare questo (la guerra) è l’adesione della Nato”. Per Podgorica si tratta di un passaggio importante.

“Prima di tutto, entrando nella Nato – spiega Kentera – il Montenegro avrà per la prima volta in assoluto delle garanzia per la sua sicurezza interna. Come piccolo paese balcanico – osserva Kentera – non siamo in grado di difenderci da soli. Nessuno dei paesi della regione, neanche quelli più grandi del Montenegro, sarebbe in grado di farlo da solo. Solo insieme saremo in grado di ottenere qualcosa e sotto questo profilo questo è l’unico modo per il Montenegro per avere più interesse a livello di sicurezza, economico e non solo”. La conclusione del processo “dipende da quando i paesi ratificheranno il protocollo (di accesso). Dovrebbe avvenire, a mio avviso, al più tardi alla fine del quarto trimestre del 2017. Lo scenario migliore sarebbe quello della fine di quest’anno, che è altrettanto realistico, ma ciò che vorrei vedere è che il Senato degli Usa lo ratifichi prima delle elezioni presidenziali”.

Nel frattempo il Montenegro ha raggiunto il consenso interno all’adesione. “Abbiamo combattuto negli ultimi due anni per raggiungere un consenso interno rispetto all’adesione nella Nato. Diversi sondaggi, e diverse agenzie (che monitorano) l’opinione pubblica, indicano che c’è un sostegno favorevole alla Nato attorno al 50 per cento”, spiega Kentera ribadendo che “abbiamo questo consenso. Abbiamo ratificato in Parlamento due volte in meno di un anno (l’adesione alla Nato) ed in entrambi i casi la risoluzione sull’adesione alla Nato è passata senza problemi. L’adesione quindi non è un più un problema: al momento il sostegno alla Nato in Montenegro è molto più alto che in alcuni paesi membri della Nato”. Podgorica non si dovrebbe sottrarre neanche agli obiettivi previsti dalla Nato per le spese per la difesa.

“Non è solo qualcosa che riguarda il Montenegro – precisa Kentera – ma anche gli altri ventotto paesi. Solo pochi paesi dedicano il 2 per cento del Prodotto interno lordo (alle spese militari). Ciò che mi piacerebbe vedere è che tutti i paesi membri (della Nato), incluso il Montenegro, destinassero il 2 per cento del Pil (alle spese militari). Questo rafforzerebbe l’Alleanza”. Secondo Kentera l’ingresso nella Nato è “davvero l’unico modo per i Balani per preservare stabilità nell’intera regione e per prevenire le guerre che ci sono state in passato”. Kentera si sofferma in particolare su Belgrado: “Ho visitato la Serbia diverse volte negli ultimi mesi e ho discusso proprio dell’adesione della Serbia nella Nato. Ciò che posso vedere in questo momento è qualcosa che mi ricorda il Montenegro sei, sette anni fa. Mi ricorda quando cercavamo di essere seduti su due sedie al contempo. A un certo punto dovranno decidere a chi appartengono. E’ una questione di valori: o scelgono di appartenere ai valori occidentali, alla società occidentale, o sceglieranno di rimanere nell’ambito dell’est come negli ultimi secoli”.

Lo stesso è accaduto per il Montenegro. “E’ la prima volta – osserva Kentera – nella nostra storia che decidiamo di allontanarci dall’est. Quindi la membership nella Nato, e un domani nell’Ue, è un mezzo per raggiungere un obiettivo più alto, ossia quello di accettare i valori occidentali. Al tempo stesso – aggiunge Kentera – è necessario rendersi conto che è davvero difficile per loro, in questo momento, dire in modo chiaro che intendono diventare un membro della Nato, per via delle pressioni della Russia”. Secondo Kentera infatti la pressione di Mosca rimane, e non solo verso la Serbia. “Questa pressione in Montenegro è stata enorme negli ultimi anni”, e avviene anche “per mezzo di diversi partiti politici, così come in Parlamento, cercando di stabilizzare il paese e facendo in generale quanto necessario per fermarci. Loro però possono fare quello che vogliono, ma devono comprendere che perderanno questa battaglia: diventeremo un membro della Nato”.

Quale potrebbe essere il prossimo paese, dopo il Montenegro, ad aderire alla Nato, secondo Kentera “è difficile dirlo in questo momento. Potrebbe essere qualsiasi paese dei Balcani, ad esempio la Macedonia, se veramente decideranno di diventare un membro della Nato. In questo momento però non ho la sensazione che lo vogliano diventare. Il problema del nome è qualcosa che, a mio parere, può essere risolto nel giro di una notte, se davvero vogliono farlo”. Anche i greci “possono concordare su questo, senza alcun problema. Forse qualcuno ha un forte interesse a mantenere la situazione così com’è in questo momento, perché quando si è nella Nato le cose non possono più proseguire allo stesso modo”. Il prossimo stato membro, di conseguenza, potrebbe essere un paese dei Balcani, “ma anche la Georgia o qualche altro paese. Non menziono l’Ucraina, perché al momento non sarebbe realistico, ma per la Georgia (l’adesione) è realistica e la Nato dovrebbe continuare nella sua politica della porta aperta”.

Kentera ha anche confermato che c’è un collegamento fra adesione alla Nato e integrazione nell’Ue: “Il collegamento tra la Nato e l’Ue è qualcosa di cui discutiamo tutto il tempo: si tratta di due processi paralleli. Una volta che si è terminato il processo per unirsi alla Nato, si è concluso anche l’80 per cento del processo per unirsi all’Ue”. Sulle elezioni in Montenegro, che “si svolgeranno a ottobre, più probabilmente verso la fine del mese”, Kentera è dell’opinione che vincerà “l’attuale partito di governo, ma al tempo stesso credo che il primo ministro (Milo) Djukanovic farà dei cambiamenti nel nuovo governo per rafforzare il proprio partito e il proprio governo, oltre che per rafforzare la posizione nella Nato e il cammino del Montenegro verso l’Ue”. (Beb)

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