Bruxelles, 25 mag 11:50 – (Agenzia Nova) – Il legame transatlantico non è mai stato posto in discussione ed è il cemento, la base dell’Alleanza da quasi settant’anni, da quando è stata costituita: lo dice ad “Agenzia Nova” il presidente del Comitato atlantico, Fabrizio W. Luciolli, giunto ieri a Bruxelles dove ha aperto i lavori dell’evento “Nato: (Re)agire in un’era di transizione”, ospitato dall’Atlantic Treaty Association (Ata) al Prince Albert Club, e che ha riunito a porte chiuse un selezionato gruppo di esperti, analisti e alti funzionari Nato, per inquadrare l’incontro dei capi di stato e di governo in agenda per oggi. “La Nato – spiega Luciolli – è in continuo adattamento. Certamente, nell’attuale scenario di sicurezza, occorre riscrivere il legame transatlantico su un equazione nuova, che sia basata su parametri più equilibrati tra le due sponde dell’Atlantico, non solo in termini di divisione degli oneri e di impegno finanziario, ma anche di rischi, ovvero di partecipazione alle operazioni di gestione delle crisi. Oggi questo adattamento– prosegue Luciolli – significa aggiornare la struttura di comando Nato, delle nostre forze e sviluppare le relative capacità che siano realmente necessarie per la Nato”.
Ciò significa “maggiori investimenti secondo quanto i capi di stato e di governo avevano già deciso nel 2014, nel vertice del Galles”, ossia di raggiungere nell’arco di dieci anni l’obiettivo di destinare il 2 per cento del Prodotto interno lordo al bilancio della difesa, riservando una quota del 20 per cento alla ricerca e allo sviluppo. Secondo il presidente del Comitato atlantico, nello specifico, “quest’equazione di sicurezza, va aggiornata tenendo in considerazione non solo parametri quantitativi ma anche dei parametri qualitativi”. L’impegno di spesa infatti non è fine a se stesso. “Lo sviluppo delle capacità andrà infatti ben coordinato nell’ambito del Nato Defence Planning Process (Ndpp), ovvero di quel processo che poi va a cascata sui ministeri difesa e gli stati maggiore dei paesi aderenti alla Nato. A questo – precisa Luciolli – si deve poi anche aggiungere e dovrà essere oggetto di valutazione, anche l’impegno che i paesi sono chiamati a destinare alle missioni e alle operazioni dell’Alleanza e di gestione delle crisi”.
Parlando della lotta al terrorismo, che insieme al “Transatlantic Bond” è uno dei temi più attesi per l’incontro dei capi di stato e di governo della Nato di oggi a Bruxelles, Luciolli ricorda come da dopo l’11 settembre 2001 l’Alleanza atlantica sia “impegnata nel contrasto del terrorismo con diverse azioni e programmi di lavoro. Lo è anche attualmente – ricorda Luciolli – con la coalizione anti-Isis (Stato islamico), offrendo assetti come quelli degli Awacs (Airborne Warning And Control System) e strutture di intelligence, di scambio di informazioni, che sono utili alla coalizione. Indubbiamente – osserva Luciolli – anche le recenti tragedie di Manchester richiedono un ulteriore salto di qualità nel contrasto al terrorismo. Sia da parte della Nato che dell’Unione Europea. La Nato ha sempre valutato in maniera pragmatica dove può offrire un valore aggiunto a ciò che le singole nazioni o altre istituzioni internazionali fanno. In questo senso – conclude Luciolli – c’è da aspettarsi un impegno, più coordinato, con un piano di azione e il probabile ingresso della Nato nella coalizione anti-Isis”.
La riunione di oggi a Bruxelles dei capi di stato e della Nato sarà anche l’occasione per il primo incontro degli alleati europei con il presidente degli Usa, Donald Trump. In questo quadro, secondo Luciolli “l’Italia è in una posizione straordinaria. Gli aspetti geopolitici e strategici, le sfide che lo scenario internazionale ci pone, gli attuali impegni internazionali dell’Italia (oltre al G7, vi è la presenza all’interno del Consiglio di sicurezza dell’Onu), la collocano – sottolinea Luciolli – in una posizione di preminenza. A seguito della Brexit, l’Italia è un perno ancor più fondamentale nel contesto europeo, mantiene un rapporto privilegiato con gli Stati Uniti, ma nello stesso tempo di cerniera con Mosca, ed ha una sensibilità unica e un potenziale di leadership per le questioni del bacino del Mediterraneo. Tuttavia, questo scenario richiede una visione strategica e un impegno coeso di tutte le forze politiche del nostro Parlamento”, il quale – conclude però Luciolli – “probabilmente tra pochi mesi, se non settimane, verrà sciolto. Questo è indubbiamente il tallone d’Achille che indebolisce la nostra politica estera e di sicurezza”.