Trump, la NATO e l’Italia

 Trump-nato_r
Nato: Luciolli (Comitato atlantico) a “Nova”, amministrazione Trump “opportunità straordinaria” per l’Italia
 
Bruxelles, 22 nov 12:24 – (Agenzia Nova) – L’Italia ha una straordinaria opportunità da giocarsi con l’amministrazione statunitense di Donald Trump. Lo spiega in un’intervista ad “Agenzia Nova” il presidente del Comitato atlantico italiano, Fabrizio W. Luciolli. “I paesi che hanno la possibilità di avere un rapporto privilegiato con gli Stati Uniti, con questa amministrazione, sono sicuramente il Regno Unito e l’Italia, che ha delle carte straordinarie”, osserva Luciolli. “Non vi è paese – ricorda Luciolli – che possa, come l’Italia, favorire un dialogo costruttivo tra gli Stati Uniti e la Federazione Russa. Allo stesso tempo, non vi è paese che abbia una sensibilità particolare, come l’Italia, per i problemi che provengono dal Sud, dal Mediterraneo e dal Medio Oriente. Non vi è paese, come l’Italia, che abbia più basi americane piuttosto che Nato nel quadrante europeo. Se l’Italia saprà far valere bene queste carte – osserva Luciolli – potrà giocare un ruolo fondamentale per quel che riguarda sia il rapporto con l’Est, sia il rapporto con il fianco sud. Però ho l’impressione – aggiunge Luciolli – che siamo in ritardo nell’acquisire consapevolezza di questa straordinaria opportunità”.
 
Per quanto riguarda l’atteggiamento della prossima amministrazione statunitense verso l’Alleanza atlantica, Luciolli si è detto convinto che il presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump, “non abbandonerà la Nato ma la renderà più efficace. E’ in Europa – ricorda Luciolli – che gli statunitensi continueranno a trovare una condivisione di valori, oltre che forze armate pienamente interoperabili, con cui condurre in modo efficace missioni di mantenimento della pace”. Secondo Luciolli, Trump può essere “una straordinaria occasione per entrambe le sponde dell’Atlantico. Per la Nato e l’Unione europea – spiega Luciolli – è un’occasione per rafforzare in maniera più equilibrata la loro collaborazione e partenariato strategico. Per la Nato questo significa compiere un ulteriore adattamento, attraverso un riequilibrio non solo degli oneri finanziari ma anche con una migliore condivisione dei rischi nei diversi teatri strategici. Quello che sostengo è che, oggi, nessuna società composta da ventotto azionisti possa funzionare in maniera equilibrata quando uno solo di questi ultimi si fa carico del 73 per cento del budget”.
 
Questa ricerca di un miglior equilibrio nella condivisione degli oneri, afferma Luciolli, “è qualcosa che dagli anni Novanta in poi hanno richiesto tutti i presidenti e tutte le amministrazioni, democratiche o repubblicane. E’ probabile che il background manageriale di Trump guardi più concretamente a questi aspetti e cerchi quindi di far sì che l’Europa si faccia carico di maggiori responsabilità”. Questo, secondo Luciolli, dal punto di vista dell’Europa “fa sì che l’Ue, dopo aver adottato la Strategia globale, possa finalmente diventare adulta anche nella dimensione di sicurezza e difesa. Il prossimo Consiglio europeo di dicembre avrà un ruolo molto importante, perché si occuperà proprio di difesa, e ci sta arrivando con una Dichiarazione congiunta e un impegno rinnovato da parte sia dell’Unione europea che della Nato”.
 
Per quanto concerne la Russia, invece, “ciò che possiamo prevedere è che, più che un disimpegno, ci sia un impegno di tipo diverso. Quindi un coinvolgimento della Federazione Russa – spiega Luciolli – per quanto riguarda la soluzione di alcuni problemi cruciali dello scenario internazionale, in particolar modo per quanto concerne il quadrante mediorientale, la Siria, l’Iraq e la lotta al Daesh (acronimo arabo per lo Stato islamico dell’Iraq e della Siria)”. Secondo Luciolli, in definitiva, “la politica della nuova amministrazione sarà più pragmatica. Ciò che occorre oggi – osserva Luciolli – è recuperare un rapporto di cinquant’anni fa, il rapporto Harmel, il quale prevedeva che alla deterrenza e alla difesa, misure adottate di recente nel corso del vertice di Varsavia, dovesse corrispondere anche un’apertura al dialogo con l’Unione sovietica di allora. Credo che la filosofia che fu disegnata con successo nel 1967 dall’allora ministro degli Esteri belga (Harmel), possa essere adattata anche all’attuale scenario internazionale”.
 
Secondo Luciolli, il presidente eletto Donald “Trump si muoverà in questa direzione. Non penso ci sarà un arretramento nelle misure di difesa e di rassicurazione per i paesi del Baltico e del fronte orientale, bensì un tentativo di avere un approccio più costruttivo e pragmatico, soprattutto per risolvere problemi prioritari per Trump, come la lotta al Daesh e la Siria. La nomina del generale Flynn (Michael; nominato consigliere per la sicurezza nazionale) va nella direzione di un atteggiamento più deciso nella lotta al Daesh”. (Beb)
 
 © Agenzia Nova – Riproduzione riservata