Mito 1: “La NATO ha promesso alla Russia che non si sarebbe allargata dopo la fine della Guerra fredda”
La NATO non ha mai fatto tale promessa né avrebbe potuto farla. Le porte dell’Alleanza Atlantica sono sempre state aperte all’adesione di nuovi membri fin dalla sua fondazione nel 1949 e tale principio non è mai cambiato né è mai stato messo in discussione. La politica della “porta aperta” dell’Alleanza Atlantica è prevista dall’articolo 10 del Trattato di Washington, che sancisce il diritto di qualsiasi Stato europeo, a condizione che possa contribuire alla sicurezza della regione nord-atlantica, di chiedere di aderire all’Alleanza. Le decisioni sull’adesione vengono poi adottate all’unanimità dai Paesi membri dell’Alleanza. L’allargamento all’Alleanza Atlantica non riflette alcun “espansionismo” ed è invece la conseguenza dell’accoglimento delle richieste liberamente avanzate da Paesi democratici.
Non esiste alcun trattato o documento vincolante firmato dagli Stati Uniti, dai Paesi europei e dalla Federazione Russa che abbia mai stabilito alcun tipo di limite in materia di adesione alla NATO. Nel 1989 l’idea dell’allargamento della NATO oltre la Germania riunificata, molto semplicemente, non era in agenda, così come dichiarato anche dall’allora leader sovietico Mikhail Gorbaciov in un’intervista del 2014 (anche perché all’epoca esisteva ancora il Patto di Varsavia). Inoltre, documenti statunitensi declassificati rivelano che, ancora nel 1997, il Presidente degli Stati Uniti Bill Clinton si rifiutò in più occasioni di assumere impegni in tal senso con il Presidente russo Boris Eltsin.
Mito 2: “La NATO è un’alleanza aggressiva ed è una minaccia per la Russia”
La NATO è un’alleanza puramente difensiva, il cui scopo è quello di proteggere i suoi Stati membri. Negli ultimi 30 anni, inoltre, l’Alleanza Atlantica ha continuamente cercato di dialogare con la Russia. Nel 2002, con lo storico vertice di Pratica di Mare, è stato avviato il Consiglio NATO-Russia, che poneva Mosca ad un livello paritetico con gli Alleati nella discussione di rilevanti temi di un’agenda comune di sicurezza: controllo degli armamenti, lotta al terrorismo, contrasto del narcotraffico.
La collaborazione NATO-Russia è continuata anche durante i periodi di allargamento dell’Alleanza. La NATO ha sospeso la cooperazione pratica con Mosca solo nel 2014, in risposta alle azioni aggressive della Russia contro l’Ucraina e, in particolare, all’annessione illegale della Crimea. È stato solo in risposta a tali azioni militari russe che dal 2016 l’Alleanza ha dispiegato in Polonia e nei tre Paesi baltici quattro Battlegroup multinazionali, mentre in precedenza non vi erano truppe NATO sul fianco orientale dell’Alleanza. Tali unità, per altro, non sono dispiegate su base permanente, rispettano gli impegni internazionali assunti dalla NATO e, fino all’invasione dell’Ucraina, ammontavano ad appena 5.000 uomini (mentre l’esercito russo conta oltre 1.000.000 di unità).
Inoltre, anche dopo la crisi del 2014, la NATO ha sempre affiancato alle misure di difesa e deterrenza una apertura al dialogo con la Russia. Il Segretario Generale Jens Stoltenberg ha invitato anche recentemente i membri del Consiglio NATO-Russia a una serie di incontri sulla sicurezza europea, anche per discutere in buona fede delle preoccupazioni di Mosca in materia. Appare oggi evidente che, mentre l’Alleanza negoziava in buona fede con Mosca, il Cremlino pianificava un’ingiustificata invasione militare dell’Ucraina. È la Federazione Russa e non la NATO a essersi rivelata non interessata ad un dialogo costruttivo.
Mito 3: “La NATO intende circondare la Russia”
In realtà, la Russia confina con Paesi membri della NATO solo per il 6% dei propri immensi confini terrestri. Inoltre, solo 5 dei 14 Paesi confinanti con la Russia sono membri della NATO.
Mito 4: “L’Ucraina non può aderire alla NATO”
La posizione ufficiale della NATO sull’adesione all’Alleanza dell’Ucraina (o di qualunque altro Stato), è che tale decisione spetta solo ed esclusivamente al Paese interessato e ai 30 membri della NATO. Né la Federazione Russa né altri Stati terzi, hanno il diritto di porre veti in materia. In teoria, questa sarebbe anche la posizione della stessa Federazione Russa. Mosca, nel corso degli ultimi decenni, ha infatti aderito a una serie di documenti e atti internazionali che, tra le altre cose, sanciscono chiaramente ed esplicitamente il diritto di ogni Stato di scegliere liberamente le proprie alleanze: l’Atto Finale di Helsinki del 1975, la Carta di Parigi del 1990, l’Atto Fondatore delle relazioni NATO-Russia del 1997 e la Carta per la sicurezza europea del 1999. Inoltre, quando la Russia ha siglato l’Atto Fondatore delle relazioni NATO-Russia, si è impegnata a rispettare “la sovranità, l’indipendenza e l’integrità territoriale di tutti gli Stati e il loro diritto intrinseco di scegliere liberamente i mezzi per garantire la propria sicurezza”.
Mito 5: “La Russia difende soltanto i suoi legittimi interessi”
La Federazione Russa, annettendo la Crimea e aggredendo l’Ucraina, ha violato almeno 12 trattati internazionali e bilaterali. Questi includono anche i già citati Atto Finale di Helsinki, la Carta di Parigi e la Carta delle Nazioni Unite, che garantiscono, tra le altre cose, l’uguaglianza sovrana e l’integrità territoriale degli Stati, l’inviolabilità delle frontiere, l’astensione dalla minaccia o dall’uso della forza e la libertà degli Stati di scegliere e di cambiare le proprie scelte in materia di sicurezza. Le azioni della Russia che minano e minacciano l’integrità territoriale, la sovranità e l’indipendenza dell’Ucraina costituiscono flagranti violazioni del diritto internazionali e sono state ripetutamente condannate a grande maggioranza anche dall’Assemblea Generale dell’ONU.